La
riforma Fornero, sulla base di un’ampia condivisione, semplificandone le
modalità di utilizzo, ha rilanciato questa tipologia contrattuale,
disciplinandola come contratto di lavoro a
tempo indeterminato finalizzato all’occupazione
ed alla formazione dei giovani.
Questa
mattina Adecco, insieme a un panel di aziende leader, ciascuna nel proprio
settore, ha discusso buone prassi e problematiche legate allo strumento,
confrontandosi sui percorsi
adottati con il fine di offrire un contributo ulteriore allo sviluppo
dell’istituto.
L’evento
è stato organizzato dalla mia azienda, presso la biblioteca del Senato “Giovanni
Spadolini” a Piazza della Minerva a Roma.
La
giornata, il cui titolo “Apprendistato,
Formazione, Giovani e lavoro” ha visto tra i relatori il Senatore Tiziano Treu,
il Senatore Maurizio Castro, il Direttore Generale del Ministero lavoro, D.ssa
Grazia Strano, l’Amministratore delegato di Adecco Federico Vione, il Ministro del
Lavoro Elsa Fornero e i Direttori del personale di circa un centinaio di grandi
realtà nazionali e internazionali . Moderava
la tavola
rotonda “Apprendistato: analisi e prospettive da parte delle aziende”, il
giornalista del Corriere della Sera, Dario Di Vico.
Il
Ministro ha elogiato l’evento infatti “grazie
a questi incontri, la riforma, vive e
viene tradotta in comportamenti e atteggiamenti propositivi per il rilancio del
mercato del lavoro”.
Il
Ministro ha più volte ribadito che questa deve essere la forma tipica di
ingresso nel mercato del lavoro.
La
precarietà è l'altra faccia della medaglia di una flessibilità cattiva e mal
usata. Vogliamo preservare solo quella buona? Come? Rendendo più difficile da
utilizzare le Partite iva, il lavoro a chiamata, i contratti a progetto, le
associazioni in partecipazione con dipendenza mascherata che sono state per
lungo tempo abusate ed esempio di flessibilità cattiva. D'altronde, ha ricordato, “gli studi ci dimostrano che le imprese che hanno
maggiormente utilizzato la flessibilità sono quelle che in questi dieci anni
sono cresciute meno. Vogliamo preservare la flessibilità buona ma ostacolare
quella che ha portato alla precarietà”.
Nella
genesi della riforma si è voluto pensare a quale fosse lo strumento per i
giovani più stabile e robusto. La risposta: l’apprendistato.
La
Riforma è stata ispirata dalla Germania, dove l'apprendistato esiste dal 1949. L'ottima riuscita di questo strumento, “è dimostrata dalla loro disoccupazione
giovanile che è di poco più alta di quella totale, mentre in Italia è il triplo di
quella totale raggiungendo punte del 34%”.
Il Ministro rivolgendosi alle aziende
presenti ha chiesto a gran voce di “utilizzare
l'apprendistato, ma a questo deve seguire la stabilizzazione, e non ci deve
essere solo una logica di riduzione costi. Ora l'aspetto dominante deve diventare quello della
formazione e della riduzione della distanza scuola-lavoro, ma anche di un
apprendimento a investire".
Il Ministro ha ricordato una partnership
tra Italia e Germania, prospettata a giugno dal Ministro tedesco Ursula Von der
Leyen al nostro Ministro. Sarà un progetto concreto, per contrastare la
disoccupazione giovanile e la dispersione scolastica.
“L’apprendistato è uno strumento fondamentale per dare
un’opportunità a chi ne ha davvero bisogno, donne e giovani del Sud
innanzitutto. La Germania è il Paese che in Europa ha lavorato meglio su questo
strumento e per questo si sta costruendo una piattaforma collaborativa che vede
impegnati imprese e istituzioni”.
Il progetto verrà presentato a Napoli l'
11 e 12 novembre.Si tratta del cosiddetto “apprendistato
duale”, un progetto cui il ministero sta lavorando da tre mesi e che coinvolge
una serie di aziende tedesche che operano in Italia e aziende italiane che
operano in Germania, oltre a diverse scuole professionali dei due Paesi.
Dall’incontro napoletano dovrà scaturire
lo scambio di risorse umane e di esperienze per avvicinare il sistema italiano
al modello tedesco. A differenza che nel resto dei paesi europei, infatti,
l’apprendistato in Germania non è uno strumento di accesso nel mondo del lavoro,
ma è un vero e proprio sistema che consente ai giovani di procedere in un
processo di alternanza istruzione e lavoro dalla scuola secondaria fino alla
laurea.
Il Ministro afferma di essere lusingata,
perchè per la prima volta la Germania chiede all'Italia “qualcosa che non sia rigore finanziario. E' significativo che la
Germania ci aiuti a sperimentare qualcosa che per loro è una esperienza
brillante e positiva”. E'stata scelta la location di Napoli "perché questa è la città più significativa dal punto di
vista delle politiche per l’occupazione".
Il messaggio positivo da lanciare, è
comunicare che l'apprendistato è un modo di “fare impresa in modo intelligente anche se il nome antico, credo nel
fatto che questo sia possibile. Un contratto cui lo Stato dedica
risorse e quindi è normale che si premunisca contro un uso spregiudicato”.
Comunicare è un veicolo importante: “essere apprendista deve essere un motivo di
orgoglio per imparare ad essere appetibile sul mercato del lavoro”.
Le imprese lo devono vedere allo
strumento come occasione d’investimento. Il Ministro ha auspicato una
collaborazione tra istituzioni, agenzia per il lavoro e aziende. Serve veicolare un messaggio che l’apprendistato
è un' opportunità per i giovani per rafforzare le chances di stabilizzazione.
Al Convegno ha partecipato anche la D.ssa
Strano, che ha auspicato una strategia
europea per l’apprendistato. Ad esempio l’ idea di riconoscere i periodi di
apprendistato all' estero nel proprio Stato di appartenenza.
Secondo i più recenti dati, il tasso
europeo di disoccupazione giovanile ha raggiunto storicamente il livello più
alto del 22.4% in gennaio 2012. Questo significa che circa 5.5 milioni dei giovani
sono senza lavoro. I giovani che sono riusciti ad entrare nel mercato del
lavoro soffrono di condizioni di maggior precariato rispetto alle precedenti
generazioni.
La disoccupazione giovanile è la sfida
maggiore in molti degli Stati Membri. La nuova Iniziativa Europea Opportunità
per i Giovani lanciata dal Commissario Europeo responsabile dell’occupazione,
degli affari sociali e integrazione László Andor individua azioni chiave per supportare gli
stati Membri nella lotta contro la disoccupazione giovanile, che comprendono:
- promuovere schemi di garanzia per
giovani per assicurare ch siano occupati o in percorsi di istruzione o
formazione;
- supportare lo sviluppo
dell’apprendistato;
- supportare lo sviluppo di imprese e
imprese sociali;
- fornire assistenza ai giovani nel
trovare un lavoro negli altri Stati Membri.
Conclude l’evento l'Amministratore
delegato di Adecco Federico Vione che ringrazia il Ministro per l'ultimo
intervento nella Legge di conversione del Decreto sviluppo che permette alle
Apl di poterlo utilizzare in maniera indiretta con contratto di
somministrazione di lavoro a tempo indeterminato. “E’ uno strumento prezioso che deve essere ancora
perfezionato per diventare veramente il canale di ingresso preferenziale al
mondo del lavoro, ma le agenzie per il lavoro avranno nello sviluppo di questo
strumento, un ruolo strategico”.
Bisogna ricordare che la Legge di
conversione del “Decreto Sviluppo” introduce una rilevante novità in tema di
apprendistato in somministrazione. Il contratto di somministrazione di lavoro a
tempo indeterminato oltre che essere ammesso per l’esecuzione delle attività e
dei servizi previsti dalla Legge (come elencati dall’articolo 20, comma 3, del
d.lgs. n. 276/2003) ed in tutti gli altri casi previsti dai contratti
collettivi di lavoro nazionali, territoriali o aziendali stipulati da
associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative
è, infatti, ora anche consentito in
tutti i settori produttivi, in caso di utilizzo da parte del somministratore di
uno o più lavoratori assunti con contratto di apprendistato.
Pertanto, se il lavoratore è assunto dal
somministratore con un contratto di apprendistato, il correlato contratto di
somministrazione di lavoro a tempo indeterminato cui è associato tale
lavoratore sarà acausale, vale a dire possibile in ogni settore produttivo
dell’utilizzatore, indipendentemente dal fatto che la mansione cui è adibito il
lavoratore sia riconducibile o meno all’elenco di attività previste dalle legge
o, eventualmente, dalla contrattazione collettiva.
Zirilli oggi ero presente e faccia i complimenti alla sua azienda e al suo Ad. Ottimo evento di grande qualità. Carlo
RispondiEliminail ministro ha ragione, quante aziende lo fanno per ridurre i costi? l'obiettivo deve essere la stabilizzazione
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/economia/12_novembre_09/spot-immagine-per-apprendistato-di-vico_d166a358-2a36-11e2-9b66-000110c153a4.shtml
RispondiEliminaLeggevo un'intervista del vostro AD su Adnkronos...assumerete 500 apprendisti nel 2013?
RispondiEliminaIl contratto di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato oltre che essere ammesso per l’esecuzione delle attività e dei servizi previsti dalla Legge (come elencati dall’articolo 20, comma 3, del d.lgs. n. 276/2003) ed in tutti gli altri casi previsti dai contratti collettivi di lavoro nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative è, infatti, ora anche consentito in tutti i settori produttivi, in caso di utilizzo da parte del somministratore di uno o più lavoratori assunti con contratto di apprendistato.
RispondiEliminaPertanto, se il lavoratore è assunto dal somministratore con un contratto di apprendistato, il correlato contratto di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato cui è associato tale lavoratore sarà acausale, vale a dire possibile in ogni settore produttivo dell’utilizzatore, indipendentemente dal fatto che la mansione cui è adibito il lavoratore sia riconducibile o meno all’elenco di attività previste dalle legge o, eventualmente, dalla contrattazione collettiva. Per rispondere alla sua domanda si fa riferimento all'ipotesi di apprendisti con staff leasing.