Il fenomeno dell’alto numero di giovani che ha terminato la scuola, ma purtroppo non ha ancora trovato un lavoro, è il risultato di uno dei difetti più gravi del nostro mercato del lavoro: il cattivo coordinamento tra sistema scolastico-formativo e tessuto produttivo, che si manifesta anche nella mancanza di servizi regionali efficienti e capillari di orientamento scolastico e professionale.
E'uno scenario di cui i giovani non sono direttamente responsabili.
E'uno scenario di cui i giovani non sono direttamente responsabili.
Cosa si deve fare?
Serve un serio programma di "prevenzione", soprattutto nei confronti dei più giovani, per affrontare in particolare la sfida dei cosiddetti "neet" (persone "not in education, employment or training"): i giovani che "non fanno niente", non vanno a scuola, né cercano occupazione.
Serve un serio programma di "prevenzione", soprattutto nei confronti dei più giovani, per affrontare in particolare la sfida dei cosiddetti "neet" (persone "not in education, employment or training"): i giovani che "non fanno niente", non vanno a scuola, né cercano occupazione.
Occorre ripensare i modelli di istruzione e di formazione professionale al fine di fare incontrare le esigenze dei giovani con le richieste del mercato del lavoro.
C’è da ripensare l’orientamento scolastico.
C’è da rivalutare, l’apprendistato, anche quello di alta fascia.
C’è da ridare importanza alla formazione tecnica.
C’è da trovare raccordi fra percorsi formativi e percorsi di lavoro per consentire una maggiore spendibilità delle competenze.
C'è da istituzionalizzare percorsi di orientamento per gli studenti dai 14 ai 19 anni, alla presenza delle imprese.
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