venerdì 7 settembre 2012

Google Alert: "Droga".



Dal 2011ho attivato il google alert con il termine “droga”. Mi arrivano ogni giorno le notizie su questo fenomeno.
Da tutti gli articoli letti, emerge che il comportamento di abuso da sostanze stupefacenti richiama diverse forme di disagio su base individuale e relazionale.
Come fenomeno sociale, si possono individuare alcuni fattori che hanno contribuito e contribuiscono al mantenimento di questo fenomeno e sono:
·              gli interessi economici internazionali;
·              il facile accesso al mercato;
·              un modello di vita improntato ai valori di consumo e ai guadagni rapidi.
Tutto, sotto un unico cappello: l'illegalità, ma a farne le spese, è sempre il consumatore.
Il quadro che emerge da questa “finestra sul mondo” è molto interessante: un mondo in lotta contro la droga.
Non c’è continente, Stato, Istituzione locale, nazionale ed internazionale, che non sta prendendo posizione contro questo terribile flagello, anche se con posizioni in certi casi completamente differenti ed inaspettate, ma tutti accomunati da un severo ed univoco no alla droga.
Infatti sul lato dell’offerta i cartelli della droga stanno adottando una strategia sempre più aggressiva ed espansionistica nell'invadere nuovi mercati con nuove droghe, con schemi di distribuzione in continua evoluzione e con un'abilità sempre più spiccata nell'occultare, trasferire e ripulire i proventi dei loro traffici.
Un fatto ancor più preoccupante è che essi utilizzano le risorse accumulate, per interferire con i processi democratici ed economici dei paesi, condizionando la politica e assumendo il controllo di settori chiave del mondo imprenditoriale e dei servizi finanziari.
Sempre più spesso si assiste a forme di collaborazione tra i cartelli della droga e gruppi terroristici, che utilizzano gli stupefacenti per procurarsi le armi.
Sul lato della domanda ci sono posizioni difformi ed in certi casi sorprendenti. La più interessante e con portata rivoluzionaria è quella della Commissione Globale sulle politiche delle droghe che ha presentato un rapporto, in cui si dice in maniera netta che “la lotta alla droga è fallita”, con conseguenze devastanti per la società e gli individui di tutto il mondo.
La Commissione sostiene che è giunto il momento di finirla con la criminalizzazione, l’emarginazione, la stigmatizzazione di chi fa uso di droghe ma non arreca danni agli altri.
Le misure repressive dirette a produttori, trafficanti e consumatori di droga si sono rivelate un boomerang, impedendo misure di sanità pubblica per ridurre i malati di Hiv, le vittime dell’overdose e chi viene seriamente danneggiato dalle droghe.
Per la commissione quindi occorre puntare sui servizi sanitari e su una prevenzione credibile, non più basata sul messaggio di “tolleranza zero”.
Ma soprattutto, occorre sperimentare modelli di legalizzazione delle droghe, in particolare la cannabis, che colpiscano la criminalità organizzata salvaguardando la salute dei cittadini.
La posizione sopra citata, non deve essere considerata così rivoluzionaria e soprendente, in quanto dimostra, che sul tema continua ad esserci molta confusione; basti pensare che nonostante la presenza di molte convenzioni internazionali, ogni Stato ha un suo approccio differente, nella lotta alla droga.
Detto questo analizzando gli articoli e i documenti che ho letto, ne esce fuori quindi un quadro molto particolareggiato ed estremamente interessante sulla domanda, sull’offerta, sulla geografia, sulla storia dei traffici e delle guerre nonchè sulle politiche di contrasto.

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