venerdì 10 agosto 2012

L'essere costretto a ripetersi

''Ho a casa quattro medaglie, ma la vita è tutt'altro. E' assurdo perdere parenti e amici per andare più forte in una gara''. 
"Quando uno è trovato per doping deve essere squalificato a vita, e lo ribadisco". 
Queste sono le frasi di un ex campione olimpico che risuonano nella testa di tutti quelli che hanno avuto modo di assistere alla conferenza stampa di Bolzano. 
Non oso immaginare in che vortice di pressioni e ambizioni finiscano questi atleti che assaporano il gusto della "medaglia" e sono "predestinati" e "costretti" a ripetersi.
Penso che ci sia bisogno di una grande integrità psichica e morale per non cadere nell’errore e che purtroppo sia molto facile“cedere”perchè diventa una “droga” il fare sempre di più.e il dover ripetersi.
Il suo problema è che la marcia (il suo sport), era per lui diventata un lavoro pesante e non più una passione.
Mi sento colpito da come un campione in un secondo diventi un bimbo solo e indifeso, che ha il coraggio di piangere in diretta tv e dire ho sbagliato.
Spero vivamente per lui che sia squalificato a vita in modo da renderne impossibile il rientro e che possa avere una vita serena senza atletica.
Si può essere un campione per tutti, ma se rimani solo senza nessuno e non hai qualcuno accanto che ti dia amore e passione, sicuramente non ne vale la pena.

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