venerdì 3 febbraio 2012

Grafologia e risorse umane di Bruno Brancati


Conosco Andrea Zirilli ormai da una decina di anni.
Ci siamo sempre trovati dalle due parti della barricata: CLIENTE e FORNITORE, sempre con pieno rispetto reciproco, probabilmente perché siamo due persone serie? La risposta la lascio a chi ci conosce…

Qualche giorno fa mi ha detto che aveva aperto un blog su cui ama intrattenere appassionati di varie materie, curiosi dell’intelletto, come mi piace chiamarli. Blog nel quale spesso richiede ad amici e colleghi di lavoro di postare interventi che possano stimolare la curiosità intellettuale del lettore.
Sapendo della mia passione mi ha chiesto di scrivere due righe sulla grafologia.
Già, perché lo scrivente, di professione direttore risorse umane, in un momento della sua carriera in cui era un po’ scarico di attività, decise, con enormi perplessità (poi fugate), di avvicinarsi alla disciplina della grafologia.
Come dice Franco Tatò nella prefazione del libro “Riconoscere un manager dalla scrittura” da me scritto con la mia maestra Carla Poma ed edito da Franco Angeli, “… da sempre l’attività di chi si occupa di grafologia, anche nell’accezione più semplice di valutazione della grafia delle persone, viene associata a qualcosa di misterioso: magia mistero veggenza, percezione di elementi extrasensoriali”. Noi, professionisti delle risorse umane, proprio per questo motivo alcuni anni fa abbiamo deciso di rendere giustizia ad una disciplina che si configura come una vera e propria scienza umana. Con tutti i vantaggi ed i limiti tipici dall’essere una scienza umana!

Il mio fu un approccio dettato dalla curiosità intellettuale (e daglie…), facilitato da un capo “illuminato” (a trovarne…) che alla mia ipotesi di aggiungere alla tavolozza del selezionatore (ero all’epoca il direttore della selezione di Poste Italiane) anche il colore della grafologia, invece di saltare dalla sedia ed invitarmi ad andare a lavorare, mi disse di andare avanti! A quel punto organizzai con Carla Poma un seminario residenziale di 3 gg. a Fiuggi in cui coinvolsi i selezionatori senior del mio gruppo con la promessa, mai mantenuta (ma non per colpa mia) di completare il percorso con i junior a distanza di pochi mesi.
La capacità professionale di Carla, all’epoca responsabile della formazione dell’Enea, oltre che grande esperta di grafologia, fece innamorare diversi di noi alla materia ed io decisi di iscrivermi ai corsi triennali (una fatica boia per chi lavora!) dell’Arigraf, associazione grafologica riconosciuta dalla scuola francese, realtà che detta legge in tutto il mondo. Va però aggiunto che esistono anche altri approcci alla grafologia, uno dei quali, probabilmente il più interessante, è nostrano, nato nelle Marche con un sacerdote, Moretti, che ha poi originato una scuola piena di sviluppi creativi e forieri di ulteriori approfondimenti. Peraltro anche la scuola francese nasce da due abati, Michon e Crepieux-Jamin; ma la spiegazione del perché è in ambito sacerdotale che nasce la grafologia è facile: avevano a disposizione centinaia di persone da analizzare in realtà nelle quali spesso la libertà era coatta (nosocomi ed ospedali). Verificano e studiando  centinaia e centinaia di grafie, si accorsero che a determinate caratteristiche grafiche corrispondevano determinate caratteristiche comportamentali. Pertanto, banalizzando, si può dire che la grafologia affonda le sue radici nella statistica!
Peraltro, una grafia esaminata secondo gli insegnamenti delle diverse scuole, se l’analisi è fatta bene, deve portare a conclusioni similari. Ovviamente! Ma qui si tocca il punto chiave, a mio giudizio, dell’approccio alla grafia: la capacità di individuare i segni che significativamente connotano ogni singola grafia. Tenuto conto che di segni ne esistono circa 180 e che questi vanno letti in chiave gestaltica, anche un non esperto capisce quanto sia difficile leggere in maniera adeguata una grafia. A tale proposito, specie in USA (chissà perché poi…) si è assistito a tentativi di determinare una lettura della grafia in termini deterministici (ad una G scritta così corrisponde tale caratteristica); peccato che non sia proprio così che la materia vada approcciata!
Intanto va detto che un grafologo serio deve avere la massima cautela nella descrizione del profilo che emerge dallo studio di una grafia: ciò non significa che non debba prendere posizione (sarebbe allora davvero troppo facile ed alla portata di molti fare il grafologo); ma lo deve fare solo in presenza di segni fortemente caratterizzanti. Poi andrebbe sempre analizzata una successione di scritti e mai fotocopie; da un lato, per annullare eventuali effetti distorsivi dettati da una grafia vergata in momenti molto particolari (ad esempio in un momento di forte stanchezza), anche se esistono tutta una serie di segnali che anche in presenza di elementi perturbativi connotano una grafia, secondariamente. per poter rilevare adeguatamente la pressione che lo scrivente ha lasciato sul foglio, aspetto che in grafologia ha grande significato.
Ora non posso certo tratteggiare cosa è e cosa può fare l’analisi grafologica in un breve pezzo, ma posso stimolare la curiosità intellettuale del lettore dicendo che, da direttore risorse umane, la uso con regolarità per aggiungere uno strumento alle mie skills, specie in selezione, ma non solo: si pensi all’uso che se ne può fare in processi di sviluppo di risorse interne all’azienda, alla costituzione di gruppi di lavoro meglio assortiti, ecc. E comunque, per chi vuole approfondire, basta andare in libreria e comprare il mio libro…

Bruno Brancati

7 commenti:

  1. Veramente un pezzo interessante, complimenti Bruno Brancati...

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    1. grazie, i complimenti fanno sempre piacere. Spero di averti stimolato la curiosità di approfondire una materia affascinante.

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  2. Grafologia ... mi ritornano in mente gli anni universitari, quando con Vincenzo, coinquilino e conterraneo, studiavamo come interpretare le persone attraverso la mimica facciale, la gestualità e la grafologia. Tutti da Graziella, la nostra grafologa, a farci fare un quadro delle nostre grafie ... scrittura essenziale e non continua ... scrittura barocca con ricci superiori ... e magari studiare come applicare queste tecniche agli altri coinquilini. Dr Brancati ha aperto un cassetto dei miei ricordi e riacceso la curiosità verso uno scienza che studia e fotografa in profondità l'essere di ciascun uomo o donna che sia durante il corso della sua vita. Non immaginavo che ci fosse una scuola marchigiana, ma dovevo immaginarlo perchè la nostra amica era marchigiana. Pellegrini la usava per scegliere gli allenatori e giocatori dell'Inter ... nel suo lavoro ha riscontrato una coincidenza tra profilo in selezione e risultati nel lavoro del selezionato?
    Buona serata Maurizio

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  3. caro Maurizio,
    uso la grafologia da diversi anni e le devo dire di aver sempre trovato conferme alle mie impressioni legate al colloquio di selezione.
    Mi piacerebbe avere il tempo di fare una ricerca "longitudinale" sottoponendo al test colleghi che sono entrati in azienda alcuni anni fa per vedere se e come le indicazioni emerse all'epoca sono state puntualmente verificate. Ad orecchio le dico di sì, ma scientificamente avrei bisogno di fare un lavoro più approfondito.
    Buona sera

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  4. La grafologia è una materia estremamente interessante, strettamente connessa, direi interdisciplinare, come la psicologia, la pedagogia, la statistica. Costituisce uno strumento da cui non si può prescindere nel settore educativo e socio-sanitario. Infatti trova larga applicazione nei consultori psico-pedagogici e nei laboratori socio-sanitari.
    L’analisi dei segni, la loro espansione verso l’altro, o verso il basso, l’ampiezza, la loro “ampollosità” ovvero la loro “essenzialità” rivelano più di ogni altro strumento la personalità e la psiche del soggetto esaminato. Interessante è anche come la scrittura è “impaginata” nelfoglio bianco: se il soggetto riempie il foglio al centro oppure ai margini inferiori o superiori. L’esame di come la grafia è posizionata su di un foglio bianco ci da informazioni talmente precise che possiamo ritenere la grafologia una scienza esatta.

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  5. E interessante lo spunto dell' utilizzo per i gruppi di lavoro,lo posso trovare nel suo libro? Mi da una anticipazione?Letizia hr specialist

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  6. Letizia, certamente troverà spunti interessanti. Le devo dire però che non sarà possibile approcciare l'eventuale composizione di un gruppo alla luce della grafologia da soli, senza il supporto di un grafologo.
    E' tutto indicato nel capitolo 3 del libro.
    Ovviamente, poi, sono a sua disposizione se vuole approfondire e/o conoscerci

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