martedì 25 novembre 2014

Una partita storica.

Domenica 25 novembre 2012, nella partita della Liga spagnola tra Barcellona e Levante, dal 13' e il 75'della partita, tutti i giocatori in campo del Barcellona provenivano dal settore giovanile del club blaugrana. 
In quei 62 minuti, si e'avverato il sogno cullato da sempre da tutti i tifosi della squadra (e del primo tecnico Van Gaal).  
Il successo di questo risultato e'racchiuso nella cura che la società del Barcellona, riserva al settore giovanile dove i vari allenatori abituano i futuri campioni, sin da giovanissimi, a "vivere" sempre lo scenario della prima squadra. 
Questo e'anche il segreto del successo della nazionale spagnola (campione d'Europa, campione del mondo e di nuovo campione d'Europa in soli 4 anni), infatti domenica 10 degli 11 giocatori in campo, avevano passaporto spagnolo e ben 8 erano catalani. 
Il successo e'il saper abbinare la cura per il vivaio ai successi grazie anche alla "fedelity" di grandi campioni (ma anche alla capacita'di "retention" della società blaugrana), infatti, solo 4 dei campioni in campo (tra cui Fabregas, strappato dall'Arsenal), decisero di abbandonare il club ma poi sono stati riacquistati dalla società (purtroppo a peso d'oro). 
Facendo una comparazione tra il successo del Barcellona e la realtà aziendale, le aziende lungimiranti (alla quale io ho la fortuna di appartenere), pensano ad un investimento futuro, definendo percorsi di carriera e offrendo elementi di supporto per dare la possibilità al talento di capire che l'azienda investe su di lui. 
Questo comporta per la "fucina" dei talenti aziendali, la capacità di esprimere determinati requisiti: internazionalità, per aiutare le aziende a crescere ed espandersi e primeggiare sui mercati internazionali, comprensione della realtà aziendale, ponendosi l'obiettivo almeno nel primo periodo imparare piuttosto che guadagnare e infine porsi degli obiettivi di crescita personale, ovvero la capacità di vedere avanti per raggiungere la prima squadra ovvero, la capacità in prospettiva "breve" di garantire la successione su posizioni strategiche; il tutto accompagnato da un approccio flessibile. 
Se si lavora bene sui talenti come ha fatto il Barcellona negli ultimi 15 anni, questi saranno capaci di sviluppare il proprio talento trasformandolo in risultati, solo così si esprimerà,la differenza competitiva in modo da permettere al Barcellona di arrivare al vertice del mondo. Tutto nasce dal saper riconoscere il "Fabregas" nella fase di selezione, nel saperlo rendere visibile ai vertici aziendali, nel tener monitorata la sua motivazione e nel remunerarlo correttamente in modo che non ci sia disallineamneto oggettivo tra il valore reso e il pacchetto economico, altrimenti il rischio e'che dopo aver lavorato tanto con Fabregas questo vada via al suo valore attuale di mercato (non riconosciuto) per poi riprenderlo a peso d'oro. 

Ma anche importante che Fabregas capisca che, vista l'eta' e visto l'investimento della società, è il momento di dare fiducia alla società e aspettare che il suo talento esploda in modo da poter aspirare al suo valore di mercato.

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