"La produzione e la commercializzazione delle
sostanze stupefacenti, sono normali attività di produzione industriale
ma in ragione del carattere di mercato illegale non esistono fonti che
permettano di valutare questo mercato.
Il
paradosso su cui riflettere è che il settore “droga” è uno dei principali
settori economici nel mondo, nonostante questo è del tutto assente, dalle
contabilità e dalle statistiche internazionali". Cosi riflettevo nel mio libro,
ma la notizia diffusa dall'Istat ci da un cambio di prospettiva: i traffici legati alla
droga, entreranno a tutti gli effetti nella misura del Pil che a partire dall’autunno si allineerà alle indicazioni europee, “in
ottemperanza del principio secondo il quale le stime devono essere esaustive,
cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal
loro status giuridico”.
Il sistema Ue, infatti, prevede l’inserimento delle
attività illegali nel Prodotto interno lordo per tutti i Paesi europei.Gli effetti sul Pil non potranno
che essere “significativi”. Ma per conoscere le cifre esatte bisognerà
aspettare ottobre, quando l’Istat diffonderà le serie revisionate.
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