La droga è un nemico
troppo potente per il raggiungimento e la conservazione del benessere
individuale. Il
tossicodipendente, per quanto cronicizzato, non può essere abbandonato alla sua
condizione di disagio e di malattia e deve essere sempre considerato
recuperabile alla vita.
Chi ne fa uso, non è in grado di gestirsi, recando danni a se
stesso e agli altri vicini.
L'eroina,
in particolare, porta con sé il fantasma della disperazione, autodistruzione e
morte, che prende corpo in un circolo progressivamente vizioso fatto di reati,
carcere, prostituzione, overdose e aids
I genitori
di un figlio tossicomane devono essere lucidi e non devono disperare mai e
devono mantenere il dialogo tra loro e con lui, prodigargli affetto e favorire
i suoi contatti con strutture che lo possono prendere in carico, anche se solo
l'impegno personale dell'individuo, la sua volontà di rinascita e la sua
capacità di riprendersi, possono assicurare il ritorno alla normalità dal mondo
allucinante dei narcotici. Per questo sono necessari anche gli aiuti sociali
delle famiglie e delle comunità terapeutiche.
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