sabato 26 ottobre 2013

Non possiamo abbandonare i nostri fratelli

La droga è un nemico troppo potente per il raggiungimento e la conservazione del benessere individuale. Il tossicodipendente, per quanto cronicizzato, non può essere abbandonato alla sua condizione di disagio e di malattia e deve essere sempre considerato recuperabile alla vita.
Chi ne fa uso, non è in grado di gestirsi, recando danni a se stesso e agli altri vicini.
L'eroina, in particolare, porta con sé il fantasma della disperazione, autodistruzione e morte, che prende corpo in un circolo progressivamente vizioso fatto di reati, carcere,  prostituzione, overdose e aids

I genitori di un figlio tossicomane devono essere lucidi e non devono disperare mai e devono mantenere il dialogo tra loro e con lui, prodigargli affetto e favorire i suoi contatti con strutture che lo possono prendere in carico, anche se solo l'impegno personale dell'individuo, la sua volontà di rinascita e la sua capacità di riprendersi, possono assicurare il ritorno alla normalità dal mondo allucinante dei narcotici. Per questo sono necessari anche gli aiuti sociali delle famiglie e delle comunità terapeutiche. 

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