I diritti dei lavoratori, diceva
Marco Biagi, si conquistano prima di tutto nel mercato. Ma se le regole del
mercato tolgono opportunità, invece di crearne, se soffocano tutte le
iniziative di imprenditori lungimiranti invece di stimolarle, se costringono
all’esilio le forze migliori, allora a pagarne il prezzo più alto sono proprio
i lavoratori. L’obiettivo è stato più flessibilità in entrata e in uscita in
cambio di più occupazione nel rigoroso rispetto delle regole.
Il mercato del lavoro dal 1997 è stato ampiamente riformato, ma strada facendo sono stati persi elementi che dovevano completare quella riforma. Questo è il momento di pensare ad un’altra fase, non ad un ennesima riforma del lavoro che ingessi di nuovo il mercato, cambiando di nuovo le regole del gioco.
Il mercato del lavoro dal 1997 è stato ampiamente riformato, ma strada facendo sono stati persi elementi che dovevano completare quella riforma. Questo è il momento di pensare ad un’altra fase, non ad un ennesima riforma del lavoro che ingessi di nuovo il mercato, cambiando di nuovo le regole del gioco.
Bisogna lavorare in modo tale che
s’impedisca che alla flessibilità del lavoro si aggiunga la precarietà sociale,
quindi si lavori affinchè il lavoratore possa essere tutelato nel mercato del
lavoro.
Quindi per questa nuova fase
bisogna intervenire soprattutto sul passaggio da un posto di lavoro a un altro,
facilitando questo processo con agenzie per il lavoro più efficienti e politiche
attive legate alla formazione; sugli strumenti che facilitano la transizione
scuola/lavoro e sulla formazione continua; sulle modalità di protezione e
tutela dei nuovi lavori.
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