In queste ultime sette elezioni, sono stati usati tre diversi
sistemi elettorali:
- proporzionale
puro nella prima occasione,
- uninominale
corretto (il cosiddetto “Mattarellum”) dal ’94 al 2001,
- infine il sistema con premio di maggioranza sperimentato negli ultimi rinnovi delle Camere (Porcellum), in tutti i casi i sistemi hanno dato grandi problemi di governabilità.
Per il voto di Regioni e autonomie locali sono in vigore altri tre sistemi elettorali, diversi tra loro anche se accomunati dal principio dell’elezione diretta.
La discussione sul sistema elettorale è stato uno dei temi
centrali del dibattito politico negli ultimi anni, (specialmente nell’ultimo
anno): ci sono stati molti referendum, una Bicamerale, tanti “tavoli” tecnici e politici ad hoc, miriadi
di proposte di Legge e Governi di scopo.
Quello
però su cui dobbiamo riflettere è che in altri Stati
(dai miei ricordi di esame di diritto costituzionale comparato), il
cambio delle regole elettorali è un evento non così comune, oserei dire raro: ci
sono democrazie come quelle degli Usa e della Gran Bretagna che sono state
capaci di mantenere nel corso dei secoli lo stesso modello.
In un sistema come il nostro, in cui le regole della
competizione elettorale cambiano di continuo senza però portare ad un assetto
soddisfacente che garantisca governabilità, forse c’è qualcosa che non va.
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