In complesso, ad una settimana dal voto c'e' veramente poco da stare allegri. E'con queste persone che si disprezzano e si offendono reciprocamente che il paese dovra'fare i conti fra qualche settimana, all'inizio della nuova legislatura.
C'e'un solo raggio di luce in questo buio pesto, in questo torpiloquio costante e continuo dei leader dei partiti: le donne sono assenti, forse presenti tra le ingiuriate ma mai tra coloro che offendono, astenendosi da questo linguaggio, dando una lezione di serieta'e stile (anche perche'nessuna donna ha le tre stellette da capitano).
Questa campagna elettorale e'stata caratterizzata da manifestazioni di contenuto disprezzo in rari casi, da dure e esplicite ingiurie in molti casi e da manifestazioni di aperto disprezzo e antipatia (nonche' da episodi di insulti diretti e personalizzati) nella grande maggioranza dei casi.
La moda predominante poi da destra a sinistra e'stata quella di insultare Mario Monti (che a sua volta ha controbattuto, il "cialtroni" di ieri ad esempio), ma vista la recente esperienza di Governo di grande coalizione, questi insulti sono da annoverare tra gli autoinsulti o per usare una immagine più chiara dei "sputi contro vento".
La cosa che rattrista e'che questi aggregati politici che si vanno delineando prima del voto, lasciano intravedere tentazioni trasformistiche e pendolari, dalle quali il paese si puo'solo aspettare grandi sciagure (e'possibile ipotizzare ad esempio per il mercato del lavoro una riforma di una riforma "bipartisan" di 6 mesi fa?). E'cosi difficile portare avanti una campagna elettorale senza nominare o inquinare l'avversario politico?
Gli italiani vorrebbero sentire esprimere concetti e linee politiche, non assistere ad un imbarbarimento senza precedenti nella storia della Repubblica.
in verità anche alcune donne (soprattutto a destra) hanno dimostrato notevole maestria in fatto di linguaggio offensivo, vedi Santanchè e Mussolini... E' comunque vero che questa nazione andrebbe rieducata al gusto della serietà, della sobrietà e del rispetto. Temo che stiamo scivolando verso un punto di non ritorno e... anzi di ritorno al massacro della democrazia.
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