La droga inesistente nei programmi dei partiti. Perché ?

Sembra ormai una costante: ogni volta che si entra in campagna elettorale, il problema droga diventa sempre e purtroppo marginale. Nelle ultime 4 elezioni politiche sempre lo stesso copione. 

Nei programmi dei partiti o delle coalizioni in campo al più si trovano generiche condanne al fenomeno droga, vecchie proposte riguardanti proibizione, riduzione del danno o narcosale, ma talvolta nemmeno quelle. 

Eppure come più volte ribadito da queste pagine le statistiche ufficiali dimostrano che gli stupefacenti sono sempre più diffusi nelle nostre società e secondo il rapporto congiunto Oedt e Europol di cui ho parlato il 2 febbraio, i narcotrafficanti avrebbero deciso di accentuare ulteriormente la penetrazione nei mercati europei, soprattutto di coca e smart drugs, grazie anche alle possibilità offerte dalla rete. 

Questi temi dovrebbero invece preoccupare le forze e politiche, perché la droga è un fenomeno che penetra nella società civile, condizionandola e devastandola. 

Si imporrebbe una riflessione ampia e prioritaria e invece le reazioni sono inesistenti nei programmi dei partiti in campo.

A destra il Popolo delle libertà promette la piena attuazione della legge in vigore Fini-Giovanardi; tra i democratici l’argomento è tabù come scrissi a novembre durante le primarie del centrosinistra. 

Ma in generale mi chiedo:  perché in campagna elettorale i partiti tendono ad evitare una questione così spinosa che invece è fondamentale?

Forse perché è la società civile a mostrare disinteresse e dunque i partiti si adeguano; basta vedere che i giornalisti fanno centinaia di domande su economia, spread e lavoro ma nessuna sulla droga.

Qual' è la verità? Mi piacerebbe essere smentito in questi ultimi giorni di campagna elettorale.