Molti di noi si
ricordano di Lamberto Dini, che tra il 1995 e il 1996, guidò il penultimo
Governo tecnico della storia repubblicana, con il sostegno dei Progressisti e
della Lega (che aveva girato le spalle a Forza Italia di Silvio Berlusconi). Io personalmente lo ricordo bene, perché tra i
tecnici fu chiamato il mio professore di Economia, Giovanni Caravale che guidò
il dicastero dei trasporti e della navigazione. Il Governo approvò la riforma previdenziale e subì la prima
mozione di sfiducia individuale della storia che riguardò il Ministro di
Giustizia, Filippo Mancuso. Alla fine di questa esperienza al servizio del
paese, il Presidente Dini diede vita al suo partito personale di centro
moderato, Rinnovamento italiano, praticamente parafrasando il premier Monti, un’
“agenda Dini”.Il leader di Rinnovamento Italiano, visse un
bel momento di gloria, ma poi politicamente non ebbe grande successo. Il Presidente Mario Monti dovrebbe fare
attenzione a non fare la sua stessa fine: prima come Premier, quindi come
Ministro di un Governo di sinistra, poi come semplice parlamentare (anche se
lui è senatore a vita), prima di sinistra poi di destra per diventare, alla
fine, solo una faccia che non tutti riconoscono nella moltitudine degli
onorevoli e che pochi (a torto) ricordano.
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