In Europa, la disoccupazione ha raggiunto l'11,4%, il livello più alto dalla creazione della moneta unica.
Oltre questi dati reali, c'e' un altro dato che ci deve far riflettere e che potrebbe risultare ancora più'allarmante: esistono dei posti di lavoro che restano permanentemente scoperti per mancanza di quella manodopera che non ha quella qualificazione necessaria per occuparli.
Accanto ai lavoratori scoraggiati, ci sono imprenditori che avrebbero bisogno di personale qualificato, ma considerano improbabile trovarlo che non fanno neppure l’inserzione sul giornale o la richiesta all’agenzia per il lavoro.
Secondo il rapporto Excelsior di Unioncamere del 2011, i posti vacanti in tutti i settori erano 117.000, il 26% nell'industria (operai, macellai, tecnici, ecc.),il 16%, nelle costruzioni (elettricisti, idraulici, posatori materiali speciali, ecc.), il 14% nel commercio (shop manager, addetti vendite spec., informatici), il 6% nel trasporto e logistica (esperti conservazione alimenti, tecnici, marketing, ecc.), l' 11% nell' hotellerie e ristorazione (cuochi, inform. per serv. alberghieri, accoglienza e intratten.), il 3% nell' informazione e nella comunicazione (ingegneri, gestori web, grafici web, designer), il 2% nel credito, finanza e assicurazioni(consulenti previdenziali, recupero crediti, promotori), il 7% nella sanità (infermieri, ausiliari, specialisti smaltimento, ecc.), infine il 15% da altri posti di lavoro di carattere manuale, tipo falegnami, ebanisti, panificatori, meccanici, ecc.
Secondo il rapporto Excelsior di Unioncamere del 2011, i posti vacanti in tutti i settori erano 117.000, il 26% nell'industria (operai, macellai, tecnici, ecc.),il 16%, nelle costruzioni (elettricisti, idraulici, posatori materiali speciali, ecc.), il 14% nel commercio (shop manager, addetti vendite spec., informatici), il 6% nel trasporto e logistica (esperti conservazione alimenti, tecnici, marketing, ecc.), l' 11% nell' hotellerie e ristorazione (cuochi, inform. per serv. alberghieri, accoglienza e intratten.), il 3% nell' informazione e nella comunicazione (ingegneri, gestori web, grafici web, designer), il 2% nel credito, finanza e assicurazioni(consulenti previdenziali, recupero crediti, promotori), il 7% nella sanità (infermieri, ausiliari, specialisti smaltimento, ecc.), infine il 15% da altri posti di lavoro di carattere manuale, tipo falegnami, ebanisti, panificatori, meccanici, ecc.
Per mettere questi posti di lavoro a disposizione dei disoccupati, o dei lavoratori che cercano un nuovo lavoro, basterebbe che si creasse una forte sinergia tra scuola, agenzie, imprese e enti di formazioni: individuati i posti di lavoro scoperti, e' compito della scuola e l'universita' in sinergia con le agenzie per il lavoro, dare orientamento a coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo del lavoro. Per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, si deve lavorare sul bilancio delle competenze e si dovrebbero delineare percorsi di orientamento, qualificazione e/o riqualificazione professionale, necessari a coprire in tempi rapidi i posti individuati e vacanti.
L’impresa interessata a questa forza lavoro, metterebbe a disposizione gli impianti che dovrebbero essere utilizzati e retribuiti nonche' il suo personale qualificato per formare i nuovi lavoratori. L'italia ha necessita' di una forte spinta alla produttivita', per competere sui mercati internazionali ed e'compito dello Stato e di tutti gli attori del mercato del lavoro, ridurre al minimo il gap tra domanda e offerta di lavoro.
E'impensabile gettare la spugna senza aver tentato tutte le strade.
E'impensabile gettare la spugna senza aver tentato tutte le strade.
Insisto nel dire che al di là di tutto occorre urgentemente una seria riforma del lavoro. Niente a che vedere con quella "Fornero", in grado solamente di stabilizzare il precariato.
RispondiEliminaAndrea