La paura,
l’incertezza e la diffidenza verso il futuro, sono le inquietudini che si
riscontrano nel mondo del lavoro.
Il limite della
politica nel suo sforzo di placare efficacemente queste inquietudini è dato dalla
difficoltà di comprenderle appieno. La malattia della politica sta nell’incapacità di cogliere la profondità di una crisi insopportabile.
C’è un mondo del
lavoro in continua mutazione, determinato sia da riforme giuslavoristiche
elaborate dagli inizi degli anni Novanta, sia da nuove dinamiche
imprenditoriali.
Il risultato è una
tale molteplicità di approcci che si fatica a trovare un accordo nel
rappresentarlo anche numericamente.
Il segreto per rassicurare il Paese è quello di entrare davvero in
sintonia con il malessere profondo che attraversa l’Italia e farsi portatore di
un’idea di lavoro che comprenda la difesa delle garanzie acquisite e la loro
estensione ai lavoratori, il recupero del potere d’acquisto dei salari e delle
pensioni, il passaggio verso una flessibilità buona per l’ingresso nel mondo
del lavoro e più in generale, una rinnovata strategia per lo sviluppo dell’Italia.
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