E' auspicabile quindi l'attuazione in Italia immediata della direttiva 2011/7/UE (che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro marzo 2013) che mira a rafforzare le tutele delle imprese contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. L'attuale direttiva 2000/35/CE, (attuata in Italia dal decreto legislativo 231/2002) non prevede infatti, termini di pagamento armonizzati o perentori all’interno dell’UE. Tuttavia, ha introdotto in ambito UE il diritto del creditore a interessi maggiorati in caso di ritardato pagamento, senza necessità di un sollecito. La direttiva 2011/7/UE intende, invece migliorare il quadro attuale a vantaggio soprattutto delle Pmi.
La nuova direttiva prevede una disciplina differenziata per i pagamenti nelle transazioni commerciali tra imprese e per quelli tra pubbliche amministrazioni e imprese. La direttiva precisa che è auspicabile che i termini di pagamento pattuiti contrattualmente tra le imprese non superino generalmente 60 giorni e che eventuali termini più lunghi pattuiti non risultino gravemente iniqui per il creditore.Nelle transazioni tra imprese e pubbliche amministrazioni si prevede invece una vera e propria armonizzazione a livello europeo dei termini di pagamento e l’introduzione di un termine massimo di 60 giorni di calendario vincolante per i contratti con le pubbliche amministrazioni degli Stati membri, oltre il quale maturano gli interessi a favore delle imprese. In assenza di una previsione contrattuale, il termine di pagamento è invece di 30 giorni.
L' impresa sta pagando un tributo enorme a questa crisi. E’ giunto il momento che la politica dia un segnale forte di incoraggiamento, che il mondo del credito cessi di essere troppo distante dalle imprese. E' fondamentale, altrimenti la domanda interna continua a crollare e le aziende si rivolgono alle banche soprattutto per sostenere le spese, per far fronte a problemi di liquidità.
Nessun commento:
Posta un commento