La crisi che stiamo
vivendo rischia di produrre effetti preoccupanti di lungo periodo sulle
dinamiche del mercato del lavoro giovanile.
Una prima conseguenza è
che la lentezza della ripresa potrebbe ritardare l’ingresso nel mercato del
lavoro dei giovani e prolungare la permanenza in istruzione di quelli meno
inclini agli studi.
A questo si aggiunge che
le deboli condizioni economiche potrebbero rendere difficile il periodo di
transizione dalla fase del sapere a quella del fare, dall’istruzione al mercato
del lavoro, con il rischio che un maggior numero di giovani rimanga intrappolato
in più lunghi periodi di disoccupazione.
Diverse sono le ragioni
per le quali le persone giovani sono più vulnerabili in tempo di crisi.
In
primo luogo la mancanza di competenze mature ed esperienze lavorative rendono i
giovani meno competitivi sul mercato. Inoltre, l’inesperienza in termini di
ricerca di lavoro e limitate risorse finanziarie costringono i giovani a dover
contare sulla famiglia di origine
durante il periodo di ricerca di lavoro (anche se questi fattori caratterizzano sempre la popolazione giovanile indipendentemente
dalla fase del ciclo economico, anche se lo svantaggio dei giovani tende ad
acuirsi in maniera forte durante il periodo recessivo).
Mi piange il cuore...una vita di sacrifici per far studiare i figli e accontentarsi di fare l'operatore call center a progetto...speriamo in questa riforma...
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