Ringrazio
Andrea dello spazio che gentilmente mi ha concesso sul suo blog.
Prendo
spunto da un confronto che ieri ho avuto in rete sulla legalizzazione delle
droghe. Vado dritto al punto: la reputo senza dubbio una forma di resa di
fronte ad un problema che non si riesce a dominare.
L’ipotesi antiproibizionista non
sembra reggere ad un esame più approfondito del problema, perché la criminalità
riconvertirebbe il narco-traffico in una nuova attività criminale.
Secondo il giudice Paolo
Borsellino, non è vero che la legalizzazione della droga eliminerebbe il
mercato clandestino perché l'esistenza di un mercato legale della droga
comporta delle regole che devono essere scritte, mercato legale significa che
la droga non può essere venduta da
chiunque, non può essere venduta in qualunque posto e a chiunque.
Nessuna legalizzazione può dare
luogo ad un mercato senza regole. Il
mercato legale della droga, secondo Paolo Borsellino, spingerebbe gli
spacciatori clandestini ad indirizzare la loro azione nel diffondere la droga a
coloro che sono esclusi dal mercato legale, nel diffondere dosi superiori a
quelle stabilite per legge, nel diffondere la droghe pesanti se venissero
legalizzate quelle leggere o nel diffondere le droghe nuove se venissero
legalizzate quelle pesanti.
Si dovrebbe, dunque, fissare
legislativamente l'età minima, con ciò stesso si creerebbe una fascia
costituita da tutti coloro che sono al di sotto di essa, che
diventerebbero clandestini.
Altro problema è il prezzo del
prodotto. Vi cito il caso dell’Uruguay. Come è noto la Camera dei deputati, ha
approvato la legalizzazione della marijuana, provvedimento molto discusso che
dovrà ora essere ratificato dal Senato. La
norma prevede la legalizzazione della coltivazione (fino a sei piante per
persona) e compravendita del cannabis, attraverso la creazione di un organismo
statale che regolamenterà ogni fase dell'attività: i consumatori registrati
potranno acquistare fino a 40
grammi di
marijuana al mese, attraverso una rete di farmacie autorizzate.
In queste ore il problema in
Uruguay è sul prezzo: se il prezzo della cannabis legale risulterà essere
elevato la comprerebbe solo chi ha soldi, mentre gli altri continuerebbero a
cercarla sul mercato nero alimentando un mercato clandestino senza scrupoli che
pur di guadagnare lavorerebbe sulla qualità del prodotto.
Ultima considerazione è morale e
qui concludo citando Giovanni Paolo II “esiste,
certo, una netta differenza tra il ricorso alla droga ed il ricorso all'alcool:
mentre infatti un uso moderato di questo come bevanda non urta contro divieti
morali, ed è da condannare soltanto l'abuso, il drogarsi, al contrario, è
sempre illecito, perché comporta una rinuncia ingiustificata ed irrazionale a
pensare, volere e agire come persone libere. Non si può parlare della - libertà
di drogarsi - né - del diritto alla droga -, perché l'essere umano non ha il
diritto di danneggiare se stesso”.
Io non sono nessuno, sono solo una
privato cittadino, ma citando Paolo Borsellino e Papa Giovanni Paolo II, spero
di aver sufficientemente esposto le mie considerazioni.
I pilastri per combattere la droga
sono: prevenzione, recupero, riduzione del danno e lotta al traffico e servono
azioni complementari per vincere la partita.
Se ho destato il Vostro interesse
seguitemi su @scaccoalladroga
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