martedì 2 dicembre 2014

Amore di Ulderico Conti

C'era una volta un piccolo villaggio dove cadeva sempre la neve e le case avevano sempre il camino acceso. Nel villaggio vivevano poche persone, tutte anziane, ed un solo bambino. Gli abitanti del villaggio lo avevano trovato davanti alla chiesa la mattina dopo una tremenda bufera di neve, era in una cesta, avvolto in una coperta rossa. A fargli da guardia e a riscaldarlo con il loro fiato due renne, giovani anch'esse, probabilmente scese dalle vicine montagne, in cerca di cibo. Non si sapeva da dove venisse il bambino ne' chi lo avesse portato lì. Gli abitanti del villaggio decisero di adottarlo e a turno lo tennero con loro, nelle loro case. Lo accudirono e lo crebbero, ognuno come se fosse loro figlio. Il bambino cresceva amato e coccolato e anche le due piccole renne che lo avevano visto arrivare crescevano con lui, forti e maestose con le loro possenti corna. Piano piano tutti gli anziani abitanti cominciarono a morire e il villaggio divenne sempre più desolato, il bimbo, ormai adulto aveva smesso da un pezzo di essere coccolato e aveva iniziato ad aiutare i suoi anziani benefattori, che uno ad uno però lo stavano abbandonando.
Una notte buia e senza luna l'ultimo anziano del villaggio spense il fuoco del suo camino e se ne andò, adesso Klaus ( questo era il nome che avevano dato al bimbo figlio della fortuna) era rimasto solo con le sue renne...
Quella notte fu la più buia mai vista, la neve cadeva incessante e silenziosa e le ombre degli alberi agitati dal vento sembravano entrare minacciose nelle case abbandonate, le imposte sbattevano e Klaus con le sue renne era raggomitolato in un angolo di una stalla dietro una balla di fieno, le ginocchia in bocca e gli occhi sbarrati.
D'improvviso gli tornò in mente il ricordo sfocato della notte in cui era arrivato nel villaggio, poche immagini, una slitta, dei campanelli, una città illuminata sotto di lui una risata calda e rassicurante e poi le renne che lo guardavano amorevoli.
Ricordò che qualcuno lo aveva preso da un posto buio e freddo, lo aveva riscaldato e vestito e quando si era tranquillizzato dal pianto e dalla paura lo aveva messo in una cesta e caricato su una slitta.
Da quel momento ricordava di non aver più pianto, circondato avvolto e accolto dall'amore delle persone che aveva incontrato.
"Chissà quanti bambini stanno piangendo ora, impauriti dalla tempesta, terrorizzati e senza nessuno che li consoli, mi piacerebbe poterli avere con me, prenderli per mano e portarli nei cuori di chi ha bisogno di loro..."
Venne finalmente il mattino e uno spiraglio di luce intrufolatosi tra le assi di legno della stalla svegliò Klaus che aveva ceduto al sonno.
Quando aprì gli occhi gli sembrò che anche l'aria fosse cambiata, che insieme a lui tutto ciò che lo circondava si fosse svegliato.
Si stropicciò il viso e le sue orecchie cominciarono a vibrare a suoni che da tanto tempo non si sentivano: campanelli, tanti campanelli festosi. Si alzò, sgranchendo le gambe e le braccia intorpidite dal freddo, e si avvicinò alla porta della stalla.
Mentre faceva per uscire una giovane renna gli si fece vicino trotterellando, sbucata da chissà dove, agitando allegramente il campanello che gli pendeva dal collo.
Aprì finalmente la porta e ciò che vide lo lasciò con la bocca spalancata per un tempo interminabile...
Davanti ad ogni porta del villaggio c'era una cesta, e dentro ad ogni cesta un bimbo con una copertina rossa e vicino ad ogni bimbo due piccole renne a riscaldarlo...
La smorfia di stupore di Klaus si trasformò lentamente in un sorriso aperto, i suoi occhi cominciarono a brillare e dal profondo della sua pancia si fece strada una fragorosa, calda e rassicurante risata...
" ho capito!" Esclamò " ho capito tutto!" Disse di nuovo sistemandosi i pantaloni rossi, " è per loro che mi hanno portato qui!" Ripercorse la propria vita in un secondo e rivide i volti di tutti coloro che lo avevano amato in quegli anni, comprese allora che era stato un dono. Gli abitanti di quel villaggio, in una notte di tempesta si erano seduti davanti al camino e quasi per magia avevano espresso tutti lo stesso desiderio, un bambino, la dolcezza di un bambino, il sorriso di un bambino, la spensieratezza di un bambino, la gioia di un bambino a riscaldare le loro case da troppo tempo silenziose e buie! Di fronte a questa eccezionale concomitanza di desideri, qualcuno aveva deciso di regalare una speranza a tutti...lui!
Ora ad essere stato esaudito era il suo desiderio, quello di portare amore e gioia nelle case di chi non ne aveva più.
Continuò a sorridere, mentre si avvicinava alle sue renne che già erano pronte, legate ad una slitta dorata...e mentre saliva sulla slitta portando con se i cesti con i preziosi doni, pensò tra se' e se' : "sarò il vostro Babbo...e quando arriverete nelle case di chi vi accoglierà sarà sempre Natale..."

MORALE:

L'Amore arriva a chi lo desidera

L'Amore è un dono fragile da custodire con cura ma se lo si sa accogliere ci accompagna e sostiene per tutta la vita e sopravvive a tutto


L'Amore donato porta Amore e lo moltiplica
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