martedì 12 febbraio 2013

Il gesto di un uomo che antepone la coscienza al potere e al protagonismo: la rinuncia all'ufficio di Romano Pontefice

Il Papa ha dato le dimissioni secondo le indicazioni del codice di diritto canonico, in maniera "debitamente manifestata e libera". Come stabilito dal Codice di Diritto Canonico, Libro II "Il popolo di Dio", parte seconda "La suprema autorità della Chiesa", capitolo I "Il Romano Pontefice e il Collegio dei Vescovi" è contemplata la rinuncia (e non le dimissioni) all'ufficio di Romano Pontefice: "Can. 332 - §2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti". Quando ieri mattina mi e'arrivato un sms che mi dava la notizia, pensavo a uno scherzo di carnevale, ma invece era tutto vero. Ero in giro per lavoro e ho verificato la notizia su Twitter sul mio blackberry, dove c'era una agenzia adnkronos che recitava "Prima di Benedetto il gran rifiuto di Celestino"
Una situazione inaspettata, inedita nei tempi moderni, un gesto di grande responsabilita', di grande lucidita',di estremo coraggio e assolutamente ammirevole che antepone la coscienza al potere e al protagonismo e che ha un precedente con "il povero cristiano" Celestino V (come lo defini'Ignazio Silone), secoli fa. 
Il Papa Benedetto XVI, eletto nel conclave il 19 aprile del 2005, ha fatto 30 viaggi apostolici in Italia e 24 nel mondo (l'ultimo nel 2012 in Libano), ha presediuto 5 concistori e eletto 90 cardinali e durante il suo pontificato ha pubblicato tre encicliche. 
Nel 2005 nella messa di inizio ministero dichiaro' "io debole servitore di Dio chiamato ad un compito inaudito". Pochi minuti dopo la comunicazione del Papa fatta intorno alle 11.30, il Cardinale Ravasi da twitter scriveva: "Sub tuum praesidium confugimus, sancta Dei Genetrix".  Sub tuum praesidium (in italiano: sotto la tua protezione confidiamo Santa Madre di Dio) è il più antico tropàrion devozionale cristiano alla Madonna, risalente al III secolo e ancora oggi usato in tutti i principali riti liturgici cristiani. È un'invocazione collettiva che lascia intravedere la consuetudine, da parte della comunità cristiana, di rivolgersi direttamente alla Madonna invocando il suo aiuto nelle ore difficili, come quelle che si vivranno dopo questa dichiarazione. 
Benedetto XVI in un certo senso anticipo'questa decisione a Peter Seewald, in un recente libro-intervista nel 2010. “Quindi è immaginabile una situazione nella quale lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?” chiedeva Seewald e il Papa: “Sì. Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi” (“Luce del mondo”, Editrice Vaticana, pagina 53). 
Anche Giuliano Ferrara anticipo'nel marzo 2012 dalle colonne de Il Foglio le dimissioni del Papa: http://www.ilfoglio.it/soloqui/12622
Da ultimo anche Nanni Moretti in Habemus Papam mostro'il volto del Papa uomo che decise di dimettersi dopo l'elezione. 
Questa la dichiarazione resa con voce ferma ma molto affaticata dell'uomo mite Joseph Ratzinger di 86 anni che lo ha reso ancora più vicino al suo gregge: "Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.
Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio".
E ora? Dal primo marzo iniziera' l'iter per l'elezione del nuovo Papa che dovra'affrontare nel suo pontificato una nuova sfida: il Governo di una Chiesa in un mondo globalizzato, di una Chiesa impegnata nell'evangelizzazione della sua fede in un mondo diverso.

Nessun commento:

Posta un commento