martedì 4 dicembre 2012

Omosessualita', paesi islamici e riflessioni sui diritti negati in occidente

A fine settembre ho letto su un quotidiano, una recensione di un libro,"Che genere di Islam" di Vanza e Guardi, che analizzava l'atteggiamento verso l'omosessualita' nei paesi islamici. Da questo articolo ho preso spunto per una ricerca nella rete sul tema. Nell'Islam l’omosessualità, intesa come pratica sessuale tra persone dello stesso sesso, e’ considerata un peccato. Bisogna pero'dire che l'omosessualita' è un concetto molto comune nella cultura arabo-islamica, contrariamente a quanto si crede comunemente in Occidente, basta leggere “Le delizie del cuore” di Al Tifashi, (scritto nel 1200), dove nulla viene lasciato all'immaginazione durante la descrizione di rapporti lesbici oppure alcuni testi sufi persiani, che celebrano senza ombra di dubbio l’amore omosessuale. Nelle societa'islamiche non esiste un approccio da considerarsi come tipico nei confronti dell’omosessualità. Ci sono situazioni repressive dal punto di vista legislativo e altre molto più tolleranti, con la presenza di associazioni di gay e lesbiche.  
Sarebbe quindi sbagliato descrivere la condizione omosessuale negli Stati islamici, come uguale ovunque. I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte in sette nazioni islamiche: Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia, Somaliland e Yemen.
In molte nazioni musulmane, come il Bahrain, il Qatar, l'Algeria e le Maldive, l'omosessualità è punita con il carcere, con pene pecuniarie o pene corporali. In alcuni nazioni a maggioranza musulmana, come la Turchia, la Giordania, l'Egitto, o il Mali, i rapporti omosessuali non sono specificatamente proibiti dalla legge. 
In nazioni come la Tunisia e il Marocco nonostante l’assenza di tutele giuridiche e riconoscimenti, c’è una maggiore tolleranza e anche una pratica assai diffusa.
Sono diversi anche nei Paesi islamici gli atteggiamenti nei confronti della transessualità. Ci sono addirittura Paesi, dove il passaggio da un sesso all’altro è garantito da leggi, assistenza psicologica e sanitaria anche se la transessualità e' considerata uno stato accettabile solo a transizione avvenuta. Dunque l’Islam, come dice il Sacro Corano, vieta i rapporti omosessuali, Allah  ha creato gli esseri dei due sessi opposti in modo che possano unirsi e procreare. Ma quello che reputo importante e'che l'Islam si occupa di giudicare e valutare i comportamenti (quindi i rapporti tra persone dello stesso sesso) piuttosto che i desideri sessuali. Questa tesi e' avvalorata da una risposta ad una domanda fatta su Mondo Islam n.2 ad un esperto di Islam: "L'omosessuale può diventare musulmano? La risposta è SI, l’importante è che abbandoni una volta entrato nell’Islam i rapporti sessuali con lo stesso sesso. E l’istinto? Allah  aiuterà la sua creatura, non l’abbandonerà, con tanto Corano e preghiere e la Fede si rafforza". Concludo con alcune riflessioni sul tema nel mondo occidentale. Nel mondo attuale l'omosessualita' non può e non deve venire né demonizzata né ostracizzata. Non si può ignorare, che le unioni tra persone dello stesso sesso, sono una realtà del nostro tempo, sebbene ancora in molti Stati non siano riconosciute. Di conseguenza, a coppie dello stesso sesso, legate da un sentimento di amore vengono negati alcuni diritti fondamentali, ad esempio la possibilità di assistenza al proprio compagno o compagna ricoverato in ospedale, la condivisione di contratti assicurativi, fino all'esclusione dall'eredità dei beni acquistati insieme o condivisi durante la vita etc. Non capisco perché si incontri delle difficoltà nel riconoscere tali unioni, pur nel rispetto del ruolo fondamentale della famiglia tradizionale per l'organizzazione della società. 

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